Henry Miller, "Tropico del cancro". L'opera è un sobrio e per nulla monotono resoconto della
vita degli artisti (soprattutto stranieri) nella Parigi degli anni '30. Nel romanzo vengono affrontate tematiche
tuttora attuali quali
"chiavare",
"bere, mangiare e chiavare" ed infine
"chiavare lavorando poco".
Oltre a resoconti sulle sue personali avventure, il Miller si
dedica ad aspetti quali l'igiene delle prostitute e le varietà
disponibili (africane, francesi, nord europee), trovando anche lo spazio per deprecare le rasature (femminili) intime complete. L'opera del
Miller rimane
lievemente ancorata a particolari temi (cfr. "
chiavare", "scopare", "fottere"),
nonostante egli provi a variare l'ambientazione ed i personaggi
secondari (Boris, Tania, Van Norden, Carl, Fillmore). Si evidenziano infine, in
alcune parti del libro, riflessioni sul valore della vita
a prescindere dal chiavare che, a nostro giudizio, rovinano lo spirito dell'opera stessa. Se ne riporta una, a titolo di esempio
Appartenevano a quella categoria di invididui incolori [...]. Nulla li distingueva dalle zolle su cui strofinavano le scarpe. Erano degli zeri, in tutti i sensi della parola, cifr che formano il nocciolo di una cittadinanza rispettabile e deplorevole. Mangiavano con capo basso ed erano sempre i primi a chiedere il bis. Dormivano profondamente e non si lamentavano mai; non erano né allegri né tristi. Gli ignavi, insomma, che Dante relega nel vestibolo dell'Inferno. La crema