martedì 11 marzo 2014

Restare in silenzio per salvare la natura

Molti di noi sono abituati a parlare in continuazione. Molti di noi sono spaventati dallo stare in silenzio. Molti di noi fanno entrambe le cose (che sfiga!).
"Che bella giornata"
"Che freddo oggi"
"Che sonno: credo sia il cambio di stagione"
"Il nuovo libro di Bruno Vespa non mi attira molto"   
Informazioni difficilmente ottenibili senza le nostre esternazioni pubbliche. Non mi dilungherò ulteriormente¹ sulla questione: chi volesse approfondire può leggersi "Guida galattica per autostoppisti", facendo riferimento al discorso dell'amico di Arthur Dent sulla mania degli umani di parlare in continuazione di cose scontate.

Prima dell'avvento di Internet e del suo arrivo sui dispositivi mobile, ciò che diciamo (spesso inutilmente) era limitato a chi, fisicamente, ci stava ascoltando. Nessun consumo di risorse, nessun impatto sull'ambiente, se non dal punto di vista acustico.

Internet e la messaggistica istantanea, però, hanno cambiato tutto.

Pensiamoci: ogni volta che scriviamo su Whatsapp contribuiamo a ridurre la già misera durata della batteria del nostro smartphone e di quello di chi ci legge. Minore la durata della batteria, prima dovremo ricaricarlo. Ricaricarlo costa corrente. Produrre corrente ha un peso sull'ambiente in termini di carbone utilizzato per far andare le centrali elettriche che riforniscono le nostre città. Ogni volta che scriviamo una cazzata su Whatsapp contribuiamo ad aumentare il consumo di materie prime. Per una stronzata.

Quando ci spostiamo su Facebook e YouTube la situazione diventa ancora più tragica: video di cani che vanno sulle skate, gatti che cantano, ciccioni che ballano, centinaia di migliaia di meme in libertà. Pensiamo a quanta corrente elettrica venga impiegata per codificare i nostri video, per visualizzarli, per immagazzinarli.

You know nothing but you keep talking, Jon Snow: shut the fuck up!
I server che immagazzinano le nostre esternazioni devono essere alimentati e soprattutto raffreddati. Eh già, se pensate che sia piacevole sentire il tepore del vostro portatile che vi scalda le gambe quando lo usate stando seduti sul divano, pensate a quanto possano scaldare armadi di server grossi quanto i vostri armadi in camera. Pensate al freddo che devono subire i poveri sistemisti quando l'hardware si rompe e loro sono chiamati ad intervenire all'interno di quelle fredde stanze. Da soli.

Pensate ne valga veramente la pena? Pensate che i nostri post, i nostri like, i video delle canzoni che rispecchiano il nostro umore siano veramente così importanti da impattare sulla salute della natura?

Questo post ha richiesto corrente per essere scritto ma resterà qui, a monito per l'intera umanità. Sarà un faro per il progresso della civiltà. Ho già creato un gruppo su Facebook in cui chiedere l'aiuto di altri utenti per tradurre questo testo fondamentale in tutte le lingue parlate attualmente, parlate in passato e parlate in futuro. Poi, per ogni lingua, realizzeremo anche dei video da pubblicare su YouTube, DailyMotion, Vimeo e tutti i cloni di YouPorn (sezione amateur/inter-racial). Come Wikipedia, avremo anche le versioni nei dialetti locali.

Da oggi il nostro motto sarà "Save the Earth, shut your mouth".

[1] ogni volta che utilizzo l'espressione "non mi dilungherò ulteriormente" mi rendo conto che scrivendo "non mi dilungherò ulteriormente" sto in realtà dilungando ulteriormente il discorso. È una sorta di dilungamento involontario ricorsivo (DIR).

1 commento:

Unknown ha detto...

Grazie a te ho contribuito a disboscare la foresta amazzonica in questi 3 anni.