martedì 9 agosto 2011

Come on, smile, Patrick (Bateman)


Leggi American Psycho e pensi a quello che una persona disturbata può arrivare a fare. Con lo stomaco che si contorce provi a finire le frasi, a girare le pagine sperando che la fine del capitolo sia vicina.

Alcuni passaggi di "American Psycho" potrebbero non essere adatti ad una parte del pubblico; il disgusto provato leggendo "Crash" di James Ballard, comunque, rimane imbattuto. 
Leggi American Psycho e pensi a come l'elenco maniacale dei marchi dei prodotti (siano essi vestiario, cibo o tecnologia) rappresenti una critica al nostro modo di vivere.

Leggi American Psycho e trovi piccole perle come questa, frammenti di discorsi che ti ricordano le semplici meccaniche della vita quotidiana, meccaniche che troppo spesso dimentichiamo e preferiamo non comprendere.

"Come on, smile" she urges sometimes later. "You have no reason to be so sad".
"I know," I sigh, relenting. "But it's...tough to smile. These days. At least I find it hard to. I'm not used to it, I guess. I don't know."
"That's...why people need each other," she says gently, trying to make eye contact while spooning the not inexpensive sorbet into her mouth.
"Some don't." I clear my throat self-consciously. "Or, well, people compensate...they adjust..." After a long pause, "People can get accustomed to anything, right?" I ask. "Habit does things to people."

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