venerdì 16 agosto 2013

Giovani ladri e robot cingolati

Il lavoro è terminato tardi ed io mi accingo comunque a prendere il bus, in particolare quello delle 5.30. Alcuni ragazzini, però, mi sbarrano la strada; avranno si-e-no quindici anni ma il loro fare risoluto mi convince a dirigermi verso la fermata successiva. Sfortunatamente anch'essa sorvegliata da un gruppo di ragazzini. Tento un avvicinamento circospetto ma mi viene intimato di fermarmi sul posto ed attendere qualche minuto. Stiamo facendo un furto in villa, mi dicono, ma entro poco dovremmo riuscire a portare fuori tutto. Così è: pochi istanti ed ecco uscire da una villa la loro squadra, ricca di mercanzie: gli immancabili gioielli, qualche cellulare, una console e delle bottiglia di Coca Cola con i loro nomi. Solo in quel momento mi accorgo che in quel gruppo c'è anche mia nipote Francesca.

Sconforto e delusione per i fallimenti del metodo educativo moderno permettono il teletrasporto mio e dei giovani furfanti all'interno di un grazioso pub, comodamente seduti ad un tavolo dal color mogano. Qui, con tono autoritario, intimo a mia nipote di confessare le malefatte a sua madre il prima possibile perché io intendo discuterne con mia sorella l'indomani.

Lo scontro dialettico-generazionale, però, si interrompe sul nascere a causa dell'arrivo di Jessica e Pappy, due amici rientrati in quel preciso momento da un viaggio in Portogallo e profondamente dispiaciuti dalle condizioni del viaggio in bus. Il nuovo sistema di sicurezza prevede infatti una telecamera dotata di obiettivo a 360° montata su un piccolo robot cingolato: date le sue dimensioni e la necessità di continuare a percorrere il bus avanti-e-indietro, però, hanno costretto i progettisti del bus a rimuovere tutti i posti a sedere.

Non fatevi intenerire dal suo sguardo: il suo unico obiettivo è quello di tenervi d'occhio mentre viaggiate.


I passeggeri viaggiano in piedi, appoggiandosi con la schiena alle pareti laterali e posteriori del bus, uno vicino all'altro. Un po' come quando si entra in un ascensore: se entriamo per primi scegliamo un angolo, se questo è già occupato scegliamo un lato e se proprio non abbiamo scelta ci mettiamo nel bel mezzo dell'ascensore.

Fortuna che ad aver avuto questo sogno sono stato io e non Michael O'Leary: immaginatevi su un volo Ryanair, in piedi, a scacciare un Wall-E che cerca di vendervi snack, bevande e biglietti gratta-e-vinci, magari senza nemmeno potervi nascondere in bagno.

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